Realtà e Intuizioni

Realtà e Intuizioni

dal 02/02/2009 al 28/02/2009
Chiesa San Severo al Pendino Napoli (Na) – Via Duomo, 286

REALTA’ ED INTUIZIONI
La travagliata storia della Chiesa di San Severo al Pendino si presenta, senza dubbio, come la migliore cornice ideale quanto reale di Realtà ed Intuizioni, che si protrarrà per tutto il mese di febbraio 2009.
Per chi non fosse avvezzo alle vicende dei luoghi di culto della capitale partenopea, questo edificio vide la luce nel lontano 1448 col nome di Santa Maria a Selice e fu più volte, nel corso dei secoli, rimaneggiato e ricostruito per essere finalmente riportato al suo antico splendore proprio negli ultimi anni.
Oggi, come chiesa sconsacrata, non accoglie più pellegrini e credenti o, almeno, non solo, ma anche artisti ed appassionati d’arte che, allora come oggi, si rifugiano nella contemplazione per ritrovare quella pace troppe volte perduta.
Realtà ed Intuizioni è una esposizione decisamente particolare dove gli opposti sfilano in un armonico
intreccio che saprà condurre il visitatore verso luoghi nuovi dal sapore antico.
Una sorta di ciclico “deja vu” che ha la pretesa di mostrare i due lati della stessa medaglia e spera di evitare, con non troppe difficoltà, i luoghi comuni dell’arte “usa e getta” dei grandi magazzini e le “sete preziose” dell’arte per i soli “addetti ai lavori”.
Un compito forse possibile quanto a sfilare sono 2 artisti della quotidianità, due personaggi che, prima di ogni cosa, sono persone che amano, gioiscono e soffrono come tutti e, come tutti, si confrontano con gli ostacoli più concreti della vita: casa, lavoro, figli, mariti, mogli, fratelli, sorelle, padri e madri.
Ecco che l’arte diventa una risposta, la necessaria evasione al caos degli eventi, la valvola che cede alla pressione dell’esigenza di comunicare in un mondo, oggi come mai, chiuso al dialogo.
Ed è proprio Realtà e Intuzioni che vede il ritorno, dopo anni di assenza dalla scena partenopea, di uno dei maestri della Capitale del Mezzogiorno, Alfonso Palma, l’ultimo impressionista post-moderno che, da oltre trent’anni, calca le orme dei grandi macchiaioli di fine ‘800 con uno stile sempre personale e spesso inaspettato.
Alfonso Palma ama dipingere dal vero fin dagli inizi, quando seguiva il maestro ed amico Roberto Carbone alla ricerca di un’emozione da catturare e fissare sulla tela. La ricchezza di questa esperienza di pittore “en plein air” si mostra con tutta la sua forza nei colori e nelle forme definite a colpi di spatola.
Una pittura dal vero fatta di macchie, colori, fiori e paesaggi, marine e nature morte.
Le tele di Alfonso Palma non sono mai uguali una all’altra. Anche quando i soggetti si somigliano, le visioni e le emozioni si differenziano come a testimoniare lo stato d’animo differente che le ha sapute cogliere. A volte, a farla da padrone è un cielo sereno contornato da colori pastello che si turba fin troppo presto e lascia spazio, nella tela appena successiva, ad un mare furioso che schiuma fin sopra le balaustre.
La natura, nelle tele di Alfonso Palma, è il segno linguistico più abusato. Ma l’osservatore attento potrà contemplare la stessa opera a più livelli di profondità: ad un primo potrà apprezzare la sapiente tecnica della rappresentazione, il magistrale accostamento dei colori e le scelte compositive di chiara scuola vitruviana: scelte concrete e, tutto sommato, rassicuranti. Ma più in profondità, lo stesso osservatore, potrà scorgere alcune pennellate fuori dal coro che, quasi come gli errori di una mano furiosa, lasciano tratti indelebili di agitazione e foga creativa in spazi insospettabili dell’io.
E questo fa di Alfonso Palma, l’impressionista che non ti aspetti, un interprete originale di una delle scuole d’arte più apprezzate di sempre.
Sulla riva opposta dello stesso fiume, in Realtà ed Intuizioni, sfilano le opere di Adriana De Magistris. Adriana è una giovane pittrice che ha provato più volte a far finta di nulla, a non ascoltare questa voce, questo richiamo ma, evidentemente non ha potuto resistere.
I suoi pennelli affondano con energia e continuità sulla tela e disegnano spazi armoinci quanto indefiniti. Le sue opere hanno nel colore, nell’armonia di forme apparentemente astratte un sapore allusivo e metaforico che lascia interdetti. Le sue figure si muovono sinuose ma silenti, ritratte in pose plastiche ed immerse in uno spazio infinito.
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